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Anche e soprattutto in cucina. "Siamo così da 48 anni", assicura Paolo Carrai, uno dei titolari de LaCasalinga.
Ottantacinque coperti sotto le volte a botte, tovaglie a quadrettoni, clima cordiale, risate e confusione, un viavai continuo.
Ci vengono tutti: studenti, professionisti, artisti, artigiani dalle vicine botteghe, intellettuali e pensionati, pure qualche turista di buon fiuto.
Non è un locale da seratine romantiche, ma il posto giusto per assaporare spirito e cucina fiorentina. Lesso rifatto con le cipolle, stracotto al Chianti, baccalà, ribollita. E, naturalmente, le salsicce toscane. Con le verdure, rigorosamente "le rape", come qui vengono chiamate le cime di rapa, o con i fagioli all'uccelletto.
Sforacchiate e messe in forno prima, poi a insaporirsi con le rape saltate in tegame, olio e uno spicchio d'aglio. Oppure sul fornello con olio, aglio e salvia, quando prendono colore vai col pomodoro, e quando tutto bolle, arrivano i fagioli lessi, cannellini, o, per i raffinaci, zolfini.


Apertura con i tradizionali crostini e ottimi salumi, in particolare la sbriciolona, ma anche con l'antipasto rustico di mare o il filetto di aringa marinata.
Tra i primi piatti, ribollita, pasta e fagioli, minestrone di riso e cavolo, ravioli al sugo di coniglio.
A seguire, polpettone al forno, lesso rifatto con le cipolle, arista con l'osso, coniglio al forno, l'ottima trippa alla fiorentina.
I contorni variano secondo stagione, i dolci sono fatti in casa. La carta dei vini comprende etichette toscane e qualche bianco del Sud, ma qui si beve soprattutto un buono sfuso.


– Macché, ‘un tu lo sai? Gliel’hanno rubaha ier l’altro alle Cascine – risponde ‘i’ sor Pampurio’ sistemandosi il tovagliolo al collo prima di tuffarsi, cucchiaio in mano, nella scodella di ribollita fumante.
– Poearannoi, si stava meglio quando si stava peggio, te lo dico io – chiosa il baffuto consolandosi con un generoso bicchiere di ‘sfuso della casa’.
– Essere cliente della ‘Casalinga’ è come far parte di una famiglia. Qui, da sempre, avvocati, scrittori, dottori, liberi professionisti, commercianti, pensionati, operai, studenti e turisti mangiano gomito a gomito, talvolta anche allo stesso tavolo – ci spiega Paolo, uno dei due proprietari.